Data di uscita: 23
giugno 2018
Titolo: Ivan
Autrice: Malia
Delrai
Pagine: 450
Prezzo e-book: € 3,99
Prezzo cartaceo: € 19,90
Ivan Volkov è uno dei killer più temuti della Russia per ferocia e precisione. Lui è un Lupo di Tambov e il migliore amico di Roman Nevskij. Non ha mai fallito un obiettivo, mai, da quando ha conosciuto ed è diventato il braccio destro del leader della Tambovskaja, la mafia russa di San Pietroburgo. Perciò si trova spiazzato quando a puntargli la pistola contro il torace è la figlia dell’uomo che dovrà uccidere e che lo sfida con i suoi occhi da assassina: lei non è poi così diversa da lui. A sconvolgere l’uomo è la proposta che la ragazza gli fa: del sesso in cambio della vita. Lo sguardo di Ania Mikhajlova sembra schernirlo e il sorriso malizioso che gli lancia lo provoca e vuole fargli superare ogni limite. Due assassini a confronto, anime affini, spiriti sconfitti dall’assenza di umanità. Nessuno di loro è disposto a perdere, in una lotta di passione e di violenza reciproca. Perché l’unico modo che hanno per sopravvivere è uccidere, anche quando si tratta di sentimenti.
Malia è… be’, Malia. C’è poco da
dire su di lei, la si deve conoscere a fondo per poterla definire in qualche
modo: un po’ Pippi Calzelunghe, un po’ Cartesio, con un pizzico di Casanova e
Saffo, mista a Baci Perugina. La sua vita è un continuo combattere contro le
tentazioni del cibo e del comprare libri, ne è fortemente dipendente, e non
esclude in futuro di poter aprire un gruppo di golosi anonimi e lettori
indomiti. Un suo serio problema è scegliere tra scrittura e lettura, ma ha
risolto in fretta aprendo una casa editrice: la Delrai Edizioni.
Forse lui l’avrebbe usata e buttata
via, perché era questo che Ania era, una bambola rotta, un oggetto di piacere
letale. Era nata per esserlo e soffrire ora non sarebbe valso a cambiare
qualcosa, però gli avrebbe lasciato il segno delle unghie addosso, avrebbe
solcato la sua pelle allo stesso modo dei tatuaggi che gli disegnavano il corpo.
Se lui era assoluto, lei sarebbe stata l’estasi. Ivan Volkov era suo.
Lui scoppiò a ridere, una risata
che aveva il gusto soddisfatto della vittoria. Lei era bella, dannatamente
bella, ma non si sarebbe fatto fottere da una donna.
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